Se il vino è tradizione l’azienda vitivinicola è innovazione!
Il vino, più di altri prodotti è “tradizione”. Dall’ultima cena, duemila anni fa, quando Gesù Cristo lo scelse, assieme al pane, come modalità di rendersi presente nella storia degli uomini dopo la sua ascensione, ai momenti importanti di una famiglia o di un gruppo di persone che brindano in onore di qualcuno o qualcosa.
Oggi, ogni vino che si rispetti o che intenda iniziare ad esserlo, affonda le sue radici in una situazione del passato dalla quale si aspetta un “accreditamento”. Siamo infatti in un mondo caratterizzato da miriadi di etichette che nascono e muoiono con una facilità sorprendente. Esserci o meglio “esserci stato”, direttamente o indirettamente, in un particolare momento o evento del passato, apre ad una narrazione del prodotto vino più intensa ed efficacie. Ogni cantina ricerca antenati, testimonianze del passato su attività di vinificazione nella propria zona, reperti antichi di civiltà precedenti che, come oggi, facevano del vino occasione di convivialità e di celebrazione. Questa ricerca è generalmente molto interessante anche se in più di un’occasione ho incontrato storie forse poco credibili per non dire ridicole.
Il vino è vera tradizione per la passione che anima chi lo fa, per il legame indissolubile con un territorio e le sue genti e per la capacità che ha di rappresentarli. L’azione dell’uomo con la coltivazione è in grado di modificare il paesaggio creando qualcosa di nuovo che prima non c’era. Come è recentemente successo alle colline del Valdobbiadene diventate patrimonio Unesco. Un territorio che grazie ad una tradizione antica legata alla coltivazione dell’uva, ha preso una forma che ora viene protetta e tutelata per durare, per diventare ancora più “tradizione”.
E’ “tradizione” anche la continua ed interessante ricerca e valorizzazione di vitigni autoctoni antichi che vengono riproposti come reperti di un passato che si riaffaccia al presente in un mercato assetato di novità.
Se però dal prodotto vino si passa all’azienda del vino la parola “tradizione” evoca valori meno stimolanti del tipo “si è sempre fatto così!”. Oggi le imprese sono oggetto di continui ed intensi processi di innovazione che ne modificano il contesto competitivo e chi non si adegua mette a rischio il futuro dell’azienda.
Accade nei vigneti con l’agricoltura di precisione e con le varietà resistenti destinate a modificare in modo importante i nostri vigneti. Chi non si applica seriamente in queste innovazioni potrebbe perdere a breve competitività.
Accade nelle cantine con l’automazione dei processi, con industria 4.0, con tecniche enologiche innovative che mirano a creare prodotti sempre più salubri riducendo o modificando i prodotti enologici. Per non parlare della costruzione di nuove cantine dove la chiave del successo è la capacità di coniugare processi di produzione innovativi, confort per chi ci lavora e design.
Piuttosto di subire o rincorrere l’innovazione conviene esserne i protagonisti.
Come? Facciamoci alcune domande:
- Che relazione esiste o potrebbe esistere tra un’innovazione in vigneto o in cantina e la nostra offerta di valore ai clienti? Sono i Clienti che ci devono trascinare nel nuovo!
- L’innovazione spesso nasce dalla semplice curiosità che ci fa guardare la realtà con occhi aperti e senza filtri: ci concediamo momenti o relazioni aperte?
- L’innovazione nasce dalle persone: nelle nostre imprese coltiviamo talenti?
Sconfiggere il “si è sempre fatto così!” aprirà le aziende non solo alle innovazioni ma anche alle nuove generazioni! Ma di questo parleremo più avanti nel nostro percorso sulla “Mappa Strategica” dell’impresa vitivinicola.
A cura di Luca Castagnetti, Dottore Commercialista – Direttore Centro Studi Management DiVino di Studio Impresa.
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Fonte: Sistemiamo l’Italia